VENETO: ZONE A RISCHIO SISMICO. E LA TUA CASA TI PUÒ PROTEGGERE?

Il 20 gennaio, è stato comunicato ufficialmente, l’aggiornamento della mappa delle zone sismiche della regione Veneto.

Un lavoro importante e davvero essenziale che ha dato vita ad una mappa in cui il Veneto è stato suddiviso in 3 aree per rischio sismico. Quello che ha colpito è che sono ben 11 i comuni classificati a maggior rischio, di cui 4 in provincia di Treviso (Vittorio Veneto, Tarzo, Revine Lago e Fregona) e 7 in provincia di Belluno (Belluno, Alpago, Chies d’Alpago, Borgo Valbelluna, Limana, Ponte nelle Alpi e Tambre).

La notizia ha sorpreso e preoccupato la popolazione, anche alla luce degli eventi delle ultime settimane che, seppur fortunatamente poco avvertiti, hanno fatto tremare alcune zone del Bellunese.

Sappiamo che i terremoti sono eventi che spaventano tanto per la loro imprevedibilità quanto per la loro capacità distruttiva, ma allora, dopo quanto emerso come possiamo nel nostro piccolo proteggerci?

Un aspetto molto importante è il sentirsi al sicuro nelle nostre case. Tema sempre più trattato e discusso anche a seguito dei grandi terremoti avvenuti in centro Italia negli ultimi anni, ma anche argomento che spesso non viene valutato accuratamente dalla gente che tende a considerare questo tipo di eventi poco probabili… “per quale ragione dovrebbe capitare proprio a me?”.

Eppure, anche la comunicazione della Regione Veneto è ben chiara e il rischio è più alto di quanto pensiamo. E allora, non facciamoci trovare impreparati.

COME RICONOSCERE SE LA NOSTRA CASA È ANTISISMICA?

Come possiamo capire se la casa in cui viviamo è sicura?

Partiamo dal presupposto che, non è facile riconoscere una casa antisismica per un “non addetto ai lavori”, ma ci sono sicuramente delle caratteristiche che possiamo valutare e potrebbero destare la nostra attenzione, mettendoci in allerta e spingendoci ad approfondire l’argomento.

  • ACCERTARE LA DATA DI COSTRUZIONE
    In Italia la prima legge sul tema è del 1974. Nel 1981 viene adottata la proposta di riclassificazione del territorio nazionale in 3 categorie sismiche. Con appositi decreti ministeriali, tra il 1981 ed il 1984, il 45% del territorio nazionale risulta classificato ed è obbligatorio il rispetto di specifiche norme per le costruzioni. Metà del Paese, tuttavia, continua a non essere soggetta a questo obbligo. Solo con la legge del 2003, nessuna area del nostro Paese può ritenersi non interessata al problema sismico. Pertanto, gli edifici costruiti a partire dal 2003, possono essere considerati sicuri.
    Se la tua casa è stata costruita quindi tra l’81 e il 2003 il consiglio è di verificare se la zona in cui sorge risultava, all’epoca, zona a rischio o meno.
  • LO SPESSORE DELLE MURA
    Semplice da controllare: le mura portanti non devono avere uno spessore inferiore ai 15 cm o superiore ai 50 cm.
  • L’USO DEI MATERIALI
    In legno, cemento armato normale o precompresso (quest’ultimo è più resistente dal momento che viene preventivamente sottoposto a sforzi di tensione e pressione), oppure cemento armato con barre d’acciaio, di diametro di 5mm, al carbonio, acciaio inossidabile o con rivestimento speciale. Se la tua casa è stata costruita con uno di questi metodi, puoi stare abbastanza tranquillo.
  • LA FORMA DELLA CASA
    Sono sempre valutati più resistenti gli edifici a pianta quadrata o rettangolare, oltre a questo la casa per essere considerata sicura deve anche rispettare il cosiddetto requisito della regolarità strutturale, ovvero: la stabilità di un edificio aumenta se i muri di ciascun livello sono stati eretti in corrispondenza di quelli del piano inferiore.

NON FERMARTI ALLE APPARENZE

Se, valutando questi aspetti, dovesse accendersi qualche campanello d’allarme, il consiglio è sempre quello di avvalersi di un valido professionista che possa richiedere una copia del progetto delle strutture presso gli uffici Comunali di riferimento e possa fare tutte le valutazioni del caso.  Il costo per questo tipo di consulenza si aggira attorno ai 1.000 Euro. Cosa ben diversa, invece, se si tratta di dover realizzare dei rilievi in mancanza della documentazione. Qui i costi raddoppiano, ma conoscere con precisione il rischio che si corre significa già aver compiuto il primo passo verso la prevenzione.

È sempre possibile infatti intervenire in un edificio sottoponendolo ad un adeguamento sismico, con dei costi da affrontare ma che fortunatamente, in questo periodo storico, possiamo abbattere avvalendoci di bonus e detrazioni fiscali per ristrutturazione, attualmente in vigore.
Un’ottima opportunità per un futuro più tranquillo.