Sempre più persone oggi scelgono di progettare una vita assieme senza necessariamente sposarsi. Secondo uno studio recente di Coldwell Banker, quasi il 25% dei proprietari nella fascia di età 18-34 anni ha comprato casa con l’attuale coniuge prima di un eventuale matrimonio.
Quello che è da tener presente in questa scelta di vita, è che nonostante l’evoluzione normativa che c’è stata negli anni, la convivenza non è ancora equiparata al matrimonio, quindi conviventi e coniugi non godono degli stessi diritti.
L’EVOLUZIONE NORMATIVA
Certamente fino al 2016 e l’introduzione della cosiddetta Legge Cirinnà, acquistare casa insieme senza essere sposati trovava diversi ostacoli sia dal punto di vista fiscale che dal punto di vista dei diritti sull’abitazione in caso di morte o separazione. Non era possibile, ad esempio, da semplici conviventi, scegliere un regime patrimoniale di comunione dei beni, perciò per avere entrambi la proprietà sulla casa l’unica soluzione era cointestare l’immobile e in caso di mutuo i problemi sorgevano se i conviventi non avevano eguale possibilità di partecipare al pagamento delle rate.
Con la legge 76/2016 le novità sono state sicuramente positive e significative per i conviventi, ai quali il decreto offre nuovi diritti. La disciplina sulle convivenze infatti, prevede oggi la possibilità di regolamentare tutto ciò che riguarda la questione patrimoniale attraverso il Contratto di Convivenza.
CONTRATTO DI CONVIVENZA: CHE COS’È?
Il Contratto di Convivenza è un “contratto liberamente redatto tra le parti in forma scritta, a pena di nullità, con atto pubblico o scrittura privata autenticata da un notaio. Il contratto non è ammesso tra persone ancora vincolate da un precedente matrimonio”.
Attraverso questo particolare documento, i partner potranno scegliere se aderire al regime patrimoniale della comunione dei beni, in modo che chiunque dei due acquisti un immobile, questo divenga automaticamente di entrambi, scelta che comporta vantaggi e tutele sicuramente maggiori dato che ciascuno potrà vantare un diritto reale su una quota del bene.
Se l’acquisto dell’immobile viene invece concluso da un solo componente della coppia la situazione si complica! In questo caso infatti, potrà essere opportuno siglare un accordo a parte tra i partner per regolare eventuali problematiche che dovessero scaturire a causa, ad esempio, di una futura separazione.
I privilegi che il Contratto di Convivenza ha introdotto, sono davvero importanti e hanno dato una svolta alle dinamiche di acquisto e tutela della coppia. Questa infatti, grazie al Contratto di Convivenza potrà ad esempio regolamentare l’uso del bene o i doveri di contribuzione di mantenimento dello stesso, o ancora, costituire un diritto di abitazione a favore di uno dei due partner.
Sono molti gli aspetti su cui questo tipo di accordo scritto può andare ad intervenire.
UNA SCELTA PONDERATA
Chiaro è che quando si decide di acquistare casa in coppia, è fondamentale valutare bene la modalità di acquisto e condivisione del bene per essere pronti ad affrontare in modo sereno eventuali conseguenze patrimoniali, come nel caso di una separazione.
La scelta di una coppia su come acquistare la casa può dipendere da diversi fattori: uno dei due soggetti gode di agevolazioni fiscali “prima casa”, oppure ha maggiore facilità ad ottenere un finanziamento bancario. I casi possono essere molteplici. Ogni situazione è diversa e per questo andrebbe valutata singolarmente e in ogni aspetto. Il consiglio? Fatevi aiutare da un professionista che, conoscendo la normativa legata a questo tema così delicato e dal canto della sua esperienza, sia in grado di elencarvi pro e contro di ogni scelta e di indirizzarvi verso la soluzione più adatta al vostro caso.