CROWDFUNDING IMMOBILIARE. CHE COS’È E COME FUNZIONA?

Crowdfunding, questo sconosciuto

Sempre più spesso sentiamo nominare il termine crowdfunding, in diversi ambiti ed occasioni. Ma che cos’è questo rivoluzionario strumento di cui molti parlano? Per capire bene di cosa si tratta possiamo partire dal significato letterale della parola “crowdfunding”, ovvero “finanziamento della folla”. Questa tecnica ha permesso di abbattere le barriere tradizionali di ‘investimento finanziario’, permettendo a coloro che in tasca hanno buone idee ma pochi soldi di realizzare grandi progetti.

Il crowdfunding, nasce per promuovere l’innovazione e il cambiamento sociale, e in questi anni si è dimostrato un intelligente supporto in diversi settori. È stato utilizzato a sostegno dell’arte e dei beni culturali, ha aiutato la ricerca scientifica e, soprattutto, ha permesso ad un’infinità di  start-up e nuovi progetti aziendali in tutto il mondo di trovare fondi per iniziare il loro business.

 

Ma come funziona il crowdfunding?

Il meccanismo è relativamente semplice: se vuoi realizzare un progetto, lo promuovi sulla Rete e chiedi agli utenti del web (i cosiddetti backer o donatori) di offrire dei soldi per aiutarti ad avviarlo. In cambio? Un “omaggio”! Nella maggior parte dei casi il donatore può beneficiare dell’anteprima esclusiva del prodotto oggetto del progetto o di una quota di partecipazione all’interno dell’azienda.

I progetti vengono solitamente presentati tramite portali online specializzati che fungono da vetrina, mettendo in contatto donatore e promotore. Un valido e famoso esempio è il sito wearestarting.it

 

Crowdfunding in Italia

In Italia, fino a poco tempo fa, questo sistema era consentito solo alle start-up innovative, ma con il decreto legge del 24 aprile 2017, anche le Piccole Medie Imprese possono oggi utilizzare il crowdfunding per i loro progetti. A seguito dell’approvazione di questo decreto, quindi, questo strumento è diventato a tutti gli effetti un’opportunità valida anche per il settore immobiliare.

 

Crowdfunding immobiliare

Sono stati gli USA a testare per la prima volta il crowdfunding immobiliare nel 2012, permettendo un significativo rinnovamento del mercato, soprattutto rispetto agli sconvolgimenti apportati dalla crisi del 2008.

Questo principio applicato agli investimenti nel mattone consente a chiunque di effettuare investimenti immobiliari senza passare per l’acquisto di proprietà e senza disporre di capitali elevati o di esperienza nel settore… tutto a portata di “click”.

Infatti, sono i siti web competenti a portare a termine le transazioni tra gli sponsor, che propongono e sviluppano i progetti immobiliari, e i privati, o le aziende, che desiderano investire.

 

Come funziona il crowdfunding immobiliare

Le parti in gioco sono tre: il promotore del progetto, i backer che lo sostengono con il loro capitale e l’intermediario che gestisce la piattaforma online (marketplace).

Il meccanismo è lo stesso di quello relativo ad altri settori e può avvalersi di diverse forme di finanziamento collettivo:

  • l’equity: in questo caso l’investitore acquista le quote di una società;
  • il lending: l’investitore diventa il titolare di un diritto di credito.

Per i progetti più importanti e legati al mercato immobiliare si utilizza per lo più il modello equity, dove chi investe acquista una parte della società che ha come finalità quella di costruire un immobile. Il rendimento dell’investitore sarà determinato dalla differenza tra il prezzo con cui è stato venduto l’immobile e il capitale investito.

 

Crowdfunding immobiliare sarà il futuro?

Se il crowdfunding possa essere il futuro per il settore immobiliare, ad oggi è difficile dirlo in quanto il fenomeno è ancora giovane in Italia. Certo è che, soprattutto per gli “addetti al lavoro”, sarà importante tenere lo strumento monitorato dato che in America ed in altri paesi del mondo ha preso piede portando alla nascita di diversi portali di successo dedicati e alla realizzazione di ambiziosi progetti architettonici.

In effetti i vantaggi sono molteplici, sia per l’investitore che per il promotore: l’unico rischio può essere rappresentato dall’eventuale default del debitore e la perdita per il donatore, in base al contratto, di una parte o di tutto l’investimento.

Per farvi un’idea più concreta sul cosa si tratta, ecco alcuni portali di riferimento del settore, dove l’utente può visionare tutti i progetti offerti e scegliere quelli più adatti alla propria strategia di investimento: